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Addio Sharing Economy? Controlli e nuovi obblighi per l’economia della condivisione

La proposta di legge sulla Sharing Economy in corso di discussione pur avendo la finalità di riconoscere e promuovere l’economia della condivisione, prevede diversi obblighi per le piattaforme ed il controllo sarà affidato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

La Proposta di legge n.3564 presentata alla Camera dei Deputati, denominata “Disciplina delle piattaforme digitali per lacondivisione di beni e servizi per la promozione dell’economia della condivisione” si prefigge l’obiettivo di riconoscere e promuovere la sharing economy, superando gli ostacoli derivanti da un sistema normativo basato sull’economia tradizionale, in particolare sul lavoro, facendo emergere un PIL, pari 450 Milioni di Euro.

Questo intervento normativo, operante trasversalmente su tutte le forme di Sharing Economy, oltre a riconoscere formalmente le piattaforme collaborative, prevede nei loro confronti, diversi adempimenti e controlli, di cui forniamo una breve panoramica:

Definizione di Sharing Economy: Nella proposta di Legge viene risolta l’annosa questione circa la definizione dell’economia della condivisione, da intendersi quale “l’economia generata dall’allocazione ottimizzata e condivisa delle risorse di spazio, tempo beni e servizi tramite piattaforme digitali”.

Il ruolo di Abilitatori delle Piattaforme: Le piattaforme collaborative saranno dei meri “abilitatori tra utente e l’operatore, che, condivide il bene o servizio, escludendo dalla disciplina tutte le piattaforme, esercenti l’attività diintermediazione con professionisti iscritti al registro imprese. Come specificato nella proposta, non sussiste alcunrapporto di lavoro subordinato tra la piattaforma e gli operatori, colmando in tal modo una rilevante lacuna normativa.

Obbligo di registrazione Piattaforma: La piattaforma di Sharing Economy, per poter operare come tale, dovrà registrarsi al “Registro Nazionale delle Piattaforme Digitali dell’Economia della Condivisione”, gestito dall’Autorità Garante Della Concorrenza e del Mercato (AGCM). La mancata registrazione comporta, oltre alla sospensione dell’attività una sanzione amministrativa pari al 10% del fatturato.

Approvazione Documento Politica Aziendale: L’iscrizione al registro è condizionata all’approvazione del documento di politica aziendale, da parte dell’AGCM, la quale è presunta in mancanza di provvedimenti di diniego decorso il termine di 30 giorni dal deposito dell’istanza. Il documento di Politica aziendale, espressamente approvato dall’utente, dovrà indicare una serie di aspetti, tra cui le condizioni contrattuali, le modalità di pagamento necessariamente telematiche, lemodalità di registrazione alla piattaforma con obbligo di inserire il codice fiscale dell’utente, oltre ad indicare eventuali assicurazioni sottoscritte dalla piattaforma stessa, o incombenti sugli operatori, il cui controllo incombe sulla piattaforma stessa. Occorre prestare particolare attenzione ai diversi divieti previsti, ad esempio sui controlli dell’adempimento della prestazione dell’operatore, oltre alle condotte degli operatori stessi sanzionate con penalizzazione ed esclusione dall’offerta del servizio, necessariamente oggettive e gravi.

Obbligo di comunicazione all’agenzia delle Entrate Redditi da condivisione. Viene prevista un’imposta pari al 10% del reddito dell’utente derivante dall’economia della condivisione nel limite di 10.000,00 euro, soglia sopra la quale viene assimilato a reddito da lavoro. Ciò comporta diversi obblighi per la piattaforma, la quale dovrà versare tali imposte direttamente all’amministrazione finanziaria, comunicando all’Agenzia delle Entrate i dati relativi a eventuali transazioni economiche che avvengono tramite le piattaforme digitali, anche qualora gli utenti operatori non percepiscano alcun reddito dall’attività svolta mediante le  medesime piattaforme.

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