Consigli

I 5 pilastri del contratto di Work for Equity

La startup che vuole remunerare un professionista con la formula del “work for equity”, emettendo in suo favore quote, azioni, strumenti finanziari partecipativi, deve negoziare e scrivere un apposito contratto.

Quali clausole devono essere discusse con il professionista?

1) Oggetto del contratto: Cosa deve fare il professionista? Nonostante ad un primo impatto questa domanda possa sembrare scontata, il contratto deve indicare precisamente e in maniera esaustiva quale attività deve svolgere esattamente il professionista, quali obiettivi deve perseguire per evitare incomprensioni e inutili discussioni.

2) Importo e tipologia di remunerazione: Quanto pago il professionista e con quale tipo di equity? Oltre all’ammontare della remunerazione, discutete e inserite nel contratto quali strumenti sono assegnati: quote, azioni, o strumenti finanziari partecipativi. La differenza è sostanziale: Nei primi due casi sono attribuiti tutti o alcuni dei diritti spettanti al socio; nell’ultimo caso non si diventa soci, essendo titolari esclusivamente di diritti patrimoniali quale il diritto all’utile.

3) Maturazione e modalità di emissione: Quando matura il diritto all’equity? Gli strumenti finanziari possono essere assegnati ad una data determinata oppure possono essere fruiti esclusivamente al raggiungimento di determinati obiettivi aziendali e/o del professionista. Come emetto tali strumenti? Si può scegliere tra l’aumento di capitale a titolo gratuito o oneroso o in alternativa la cessione di azioni, quote proprie al professionista.

4) Performance/ Obiettivi: Quali sono gli obiettivi che la startup o il professionista devono raggiungere? La performance a cui è condizionata l’emissione dell’equity oltre ad essere specificata esaustivamente, deve essere valutabile secondo criteri oggettivi, al fine di non risultare arbitraria. E’ possibile far riferimento ad esempio all’aumento di fatturato, alla riduzione dei costi.

5) Preferenza nella distribuzione dei futuri dividendi: La startup nei primi quattro anni di vita non può distribuire utili. Come incentivo il professionista? Prevedendo in suo favore una quota di utile maggiorata, non proporzionale alla partecipazione, da far scattare quando la società potrà distribuire utili. Inoltre, si può prevedere il diritto di essere soddisfatti in via prioritaria in caso di liquidazione della società.

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