Startup
biorfarm start up

Biorfarm, la startup che ti presenta i produttori con un click

Un’app che dà voce e respiro ai produttori e che diffonde una nuova visione etica e relazionale dell’agroalimentare. Biorfarm è la startup che “mette in contatto le persone con i produttori”, consentendo attraverso un modello innovativo di acquistare frutta fresca su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto di seguirne la produzione passo dopo passo.

“Per fare l’albero ci vuole il seme/ Per fare il seme ci vuole il frutto/Per fare il frutto ci vuole
il fiore”  cantava oramai qualche decennio fa Sergio Endrigo.
La filastrocca andava ben oltre la semplicità del ritornello e raccontava di quel mondo, invisibile agli occhi dei più, che svela il lungo lavoro dietro ogni produzione, soprattutto in agricoltura. Dietro ogni frutto c’è
un ciclo lungo stagioni e, soprattutto la fatica, l’impegno, la storia dei produttori che a
questa missione dedicano spesso intere vite.
Parte da qui l’avventura di Biorfarm, la start up che Osvaldo e Giuseppe nel 2016
mettono in piedi quasi per gioco. Il padre di Osvaldo, produttore di arance, raccontava ai
ragazzi come fosse difficile riuscire a coprire le spese di una campagna di agrumi, poichè
la maggior parte del guadagno restava nell’intermediazione. Solo una piccolissima parte
(come purtroppo avviene ancora oggi), arriva ai produttori.
L’idea di mettere in contatto i produttori e i clienti non era nuova.
Nuovo è però il modo di approcciare l’obiettivo: non solo scavalcare l’intermediazione, ma costruire una relazione fatta di tempo e di identità che si fonda su un cesto di frutta, ma dura almeno un anno
con l’adozione simbolica di un albero.

Da qui sono partiti per fondare Biorfarm:

“All’inizio era poco più che un gioco -racconta Giuseppe Cannavale, uno dei due founder-. Poi siamo stati selezionati da H-Farm per unnprogramma di accelerazione di 6 mesi, che ci ha consentito una full immersion in questo
settore; lì abbiamo capito che l’idea poteva essere vincente”.
Il rapporto tra consumatore e produttore rimane al centro della mission della
startup: il prodotto è il mezzo attraverso cui esso si sviluppa, ma l’adozione dell’albero presuppone
non solo l’invio della prima cassetta di frutta, ma anche la conoscenza dell’azienda, della
sua storia, oltre che un rapporto con il produttore. E, ovviamente, una fornitura ulteriore di
frutta a prezzi convenientissimi.
Grazie a Biorfarm, che oggi conta circa 12 produttori in tutta Italia,
il guadagno che arriva a chi coltiva la terra è tra il 50 e il 70% in più rispetto ai vecchi modelli di
vendita alla GDO o ai commercianti locali. Inoltre il guadagno arriva prima che la frutta sia
pronta per la vendita, consentendo agli agricoltori di coprire le spese della campagna.

Molto più che un semplice portale di e-commerce.

Chi compra, d’altra parte, sceglie non solo dove e cosa acquistare con una piena padronanza della filiera, ma
sostiene una visione etica e umana dell’agricoltura. I limoni dalla Sicilia, le mele della
Val di Non, le olive dalla Puglia e le pesche gialle dal Piemonte: chilometri di ettari di terra
coltivati oggi aderiscono al progetto unendo la Penisola dal Nord al Sud in una riscossa
dell’agricoltura dove il sociale incontra il social: “La vera forza di questo prodotto è quella di
raccontare gli agricoltori, le loro storie e le loro aziende. Ci occupiamo anche della
promozione dei prodotti e questo colma una lacuna che spesso le aziende agricole
hanno”. Un successo che ha consentito a Biorfarm di raggiungere i 300 k di crowfounding
da piccoli investitori “metà dei quali- racconta orgogliosamente Giuseppe- sono anche
nostri clienti”.
“Le cose di ogni giorno raccontano segreti / A chi le sa guardare ed ascoltare”, diceva in
apertura la canzone di Sergio Endrigo. Forse, il segreto del successo è tutto qua.
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