Dall’influencer irragiungibile al phygital influencer.
Dietro il cambiamento delle parole, c’è tutta la forza di un mutamento significativo dei trend di mercato della comunicazione.
Lo stesso che Brandorbi, start up fondata nel 2016 da Gianluca
Sansone e Marina Sciarrino, ha saputo cogliere e trasformare in una nuova impresa.
L’idea nasce proprio dall’attenzione alle dinamiche di mercato a cui i fondatori della piattaforma,
prestano attenzione da tempo.
Da qualche anno, infatti, la vera frontiera di comunicazione per i brand è quella di esplorare il
confine tra online e offline. Questo diventa ancora più importante per quanto riguarda l’azione
degli influencer, che esercitano la loro azione attrattiva sul digitale, ma che, secondo Gianluca,
devono tornare più saldamente a dialogare con i brand e con la loro audience, anche fuori da uno
schermo.
I brand hanno bisogno di visibilità, ma soprattutto di creare un ecosistema di relazioni utile ed
efficace che possa aiutarli a costruire una solida reputazione aziendale. Ecco come nasce
Brandorbi.
“Un dato che ci ha fatto riflettere è che, – spiega Gianluca- nonostante la gran parte della
promozione passi attraverso uno schermo, il 78% dei consumatori europei affida la scelta dei loro
acquisti ai consigli di amici e parenti. La relazione reale vince dunque, ancora più se è supportata
da una reputazione digitale forte.
Le connessioni emotive, la stimolazione sensoriale, la presenza
fisica imprimono una forza comunicativa che dura fino a 3 anni di distanza dall’incontro.
Così abbiamo pensato di creare una rete che consentisse ai brand non solo di incontrare l’influencer,
ma anche di sceglierlo in base alla propria visione aziendale e di incontrare le persone della sua
cerchia, che spesso sono relazioni selezionate molto utili al marchio”.
Brandorbi nasce come una piattaforma dove nano (dai 1000 ai 10 mila followers su Instagram) e
micro (dai 10 ai 50 mila) influencers mettono a disposizione il loro tempo, la loro cerchia di
relazioni e a volte anche la propria casa per organizzare degli eventi. Le serate esclusive
organizzate con il brand, infatti, spesso si svolgono nei salotti e nelle location degli influencer
stessi e creano un’esperienza unica e iper targhettizzata sul marchio e sui suoi desideri.
“Non proponiamo numeri, ma esperienza uniche e soprattutto studiate appositamente per il
brand che ci contatta. In questo modo possiamo agire nella parte bassa del funnel: abbiamo
un’alta possibilità che chi partecipa diventi brand advocate del marchio. I nostri sono incontri in
cui creiamo le condizioni per innamorarsi del marchio, perché è l’influencer stesso a selezionare i
partecipanti nella la sua cerchia di amicizie e conoscenze”.
Una sfida per il mercato digitale, che di certo dovrà riflettere sul ritorno forte dell’esperienza fisica
come touchpoint indispensabile.
Quali saranno i possibili sviluppi di questo trend (e di Brandorbi)?
“Gli sviluppi di questo trend- ciracconta Gianluca- conducono i creatori di contenuti del mondo digitale, come gli influencers,
verso nuove tipologie di piattaforme e forme di comunicazione, acquisendo competenze a più
ampio spettro delle competenze tecniche digitali, ed una interazione crescente fra comunicazione
online ed offline, in cui la tecnologia è una presenza a sostegno delle esperienze fisiche fra
persone”.