Non solo questioni di forma, ma soprattutto di sostanza quelle che affronta Luca Rossi, avvocato e legal mentor per molte startup, nel suo lavoro di affiancamento quotidiano.
Le aree più a rischio: modelli di sviluppo, ecommerce, contratti di collaborazione e contrattazione con gli investitori. Ma spesso anche temi di marketing e privacy.
Mettere in piedi una startup, darle forza e valore non è solo questione di capacità creativa e tecnologica. Oggi più che mai le startup hanno bisogno di muoversi, fin dai primi passi, su terreni sgombri da inciampi.
Visione, conoscenza del settore economico e capacità di districarsi in un contesto legislativo non sempre veloce come l’innovazione: così un esperto legale specializzato nel mondo delle startup riesce a proteggere le nuove idee imprenditoriali e consentire loro di esprimersi al massimo delle potenzialità. Ne parliamo con Luca Rossi, avvocato e mentor per numerose startup.
“Ho iniziato per passione su questi temi e ho scoperto un mondo affascinante e in continua evoluzione – racconta Luca-. Mi sono interessato fin da subito della tematica del work for equity, che spalanca nuove possibilità a chi vuole investire nel settore con le proprie competenze, poi mi sono dedicato ad approfondire i modelli di business più adatti per la nuova economia digitale, i problemi della concorrenza, la proprietà intellettuale e le questioni inerenti i rapporti di lavoro. Le startup richiedono modelli leggeri, agili, capaci di mutare nel tempo e secondo le esigenze. Purtroppo non sempre la legge italiana è ancora appaiata a queste esigenze, ma ci stiamo lavorando da più parti”.
Luca si è occupato, insieme ad altri esperti del settore, di formulare degli spunti per una nuova legge sulla sharing economy dibattuta in Parlamento. Attualmente lavora in campo legale per una importante società, ma dedica ancora molto tempo all’interno di Skill for Equity a fare assistenza e tutoraggio legale per le nuove startup.
“Le principali questioni affrontate sono quelle che riguardano proprio il modello di business; non è possibile sceglierlo in corsa, ma è un aspetto su cui si deve riflettere prima di dare avvio alla startup. Allo stesso modo è molto importante comprendere quali dinamiche commerciali si vogliono sviluppare per dotarsi di adeguate cautele legali; o se si incorre, come in alcuni casi, in problemi di proprietà intellettuale da preservare”.
Non solo questioni di forma, dunque, ma spesso di sostanza vera e propria che fanno la differenza: “Accade spesso che mi occupi di preparare i contratti da sottoporre a eventuali investitori, ma anche di preparare con delle sessioni di training le startup che vanno a contrattare a tavoli importanti. In questo caso essere un esperto non solo del settore legale, ma conoscere i meccanismi e il modo di pensare delle due parti, aiuta a non fare passi falsi. Il supporto legale in questo caso diventa anche un po’ di marketing e di sviluppo economico, ma questa trasversalità è ciò che rende questo lavoro ancora più stimolante”.
