Startup

I bot, tra minacce e opportunità per l’economia delle app

Tutti pazzi per le app, o quasi. Sicuramente lo siamo stati per anni, da quando nel 2008 Apple ha lanciato l’Apple Store inaugurando di fatto una nuova era, in cui è cambiato per sempre il modo di fruire dei servizi. Eppure l’app economy che sembrava destinata a durare per sempre e che ha generato in 8 anni circa 156 miliardi di installazioni, potrebbe essere al tramonto. Secondo molti investitori e mentor il mercato è oramai saturo. Secondo alcuni dati di Sensor Tower, riportati dal Sole24Ore, negli ultimi mesi si è assistito al 20% in meno di download in media per tutte le principali app.
Difficile prevedere cosa accadrà.  Nella più darwiniana delle ipotesi, saranno i più forti a sopravvivere e quelli che meglio si adatteranno al cambiamento o meglio alle esigenze degli utenti finali in termini soprattutto di customer experience.
Tutte in ogni caso finiranno per essere messa alla stregua di altri canali di comunicazione (email, sms, etc) con il vantaggio naturalmente, di poter offrire il massimo della personalizzazione.  In questo scenario incerto è il ruolo dei bot. Sanciranno la condanna definitiva delle app ad oggetti di antiquariato digitale o piuttosto daranno loro nuova linfa?
Staremo a vedere.
Di certo i bot stanno catturando sempre più l’interesse di investitori, sviluppatori e team di startup.
Ma cosa sono i Bot? E in che modo il loro destino può intrecciarsi a quello delle app?
I bot sono di fatto piccoli software che rendono le App intelligenti e pronte a rispondere alle domande dei clienti. Software progettati per simulare una conversazione intelligente con gli esseri umani. Gli assistenti virtuali sono un esempio di chatbot. Da quando ad Aprile Mark Zuckenberg ne ha parlato alla conferenza degli sviluppatori di Facebook, sono diventati straordinariamente famosi. I bot di per sé non sono una novità. Clippy, la graffetta di Microsoft Office, era di fatto già un bot. Siri o Cortana sono bot.
La novità consiste l’incredibile possibilità di applicazione dei bot al mondo dell’instant messaging e delle app. Ed ecco subito spiegato il grande interesse di Facebook. I bot annunciati da Zuckerberg, sono permettono di interagire in modo colloquiale con un servizio, ottenendo informazioni di vario tipo. Possono essere usati letteralmente per qualsiasi cosa.
Proprio la dilagante diffusione delle applicazioni per scambiarsi messaggi, Messenger e Whatsapp, ha reso nuovamente attuali i bot come soluzioni per superare alcuni svantaggi legati a come funziona il sistema della app oggi.
I bot su device mobili, utilizzati all’interno di applicazioni già esistenti e di successo come Messenger, sono visti da molti come la soluzione del problema e Facebook è tra i principali promotori di questo modello. Tra i bot già presenti sull’app di Zuckenber, quello del Wall Street Journal è tra i migliori disponibili: basta chiedergli di inviare un messaggio quando esce un nuovo articolo di particolare rilievo, o le quotazioni di borsa o altre news cui si è interessati, ricevendo le risposte in tempo reale sempre in forma di messaggi su Messenger.
Anche Slack ospita diversi bot che possono essere aggiunti per automatizzare i flussi di lavoro, organizzare riunioni o per ottenere informazioni. Slackbot, per esempio, si presenta ai nuovi arrivati e in modo amichevole chiede informazioni come nome e fotografia per completare più rapidamente il proprio profilo.
Telegram ha sviluppato nel tempo tutta una serie di questi aiutanti testuali. Cinemasbot per conoscere le sale nelle vicinanze, Musei Italiani per mostre e edifici culturali, Grocerylist per gestire la lista della spesa.
Le  startup italiane in questo contesto in evoluzione e fermento non sono rimaste a guardare. Stentle, startup di omni-commerce in Tag Calabiana a Milano fondata da Alexio Cassani, ha organizzato un hackhaton per realizzare demo di Bot per servizi di Smart Concierge e applicati al mondo del fashion come veri e propri Personal Shopper.
Stamplay, startup fondata da Nicola Mattina e Giuliano Iacobelli che fornisce una piattaforma in grado di aiutare gli sviluppatori a sviluppare applicazioni integrando servizi esistenti, ha vinto Everywhere Initiative, una competizione indetta negli Stati Uniti da Visa. In premio, oltre a un finanziamento da 50mila dollari, la collaborazione con la multinazionale per la costruzione di un chatbot di supporto alla fruizione della carta di credito.
Saranno sempre di più gli imprenditori e gli sviluppatori pronti a scommettere in quella che sembra essere una nuova fase della storia di internet, nella speranza che questa nuova bot economy non sia, come invece temono molti analisti, l’ennesimo hype del momento e una bolla senza solide fondamenta.
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